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IL PREPOSTO, FULCRO OPERATIVO DELLA SICUREZZA IN AZIENDA. MA CON QUALI STRUMENTI?

I presupposti del DL 146/2021, troveranno mai un’applicazione effettiva sui luoghi id lavoro?

Individuare, vigilare, segnalare, sospendere, formare: sono le azioni ribadite e rafforzate dalla nuova Norma a carico dei datori di lavoro, per cercare di frenare la curva di gravi infortuni che si stanno verificando negli ultimi mesi.

“Vecchie” responsabilità quindi, non certo grandi rivoluzioni apparenti, tuttavia, è proprio il caso di dirlo, questa volta i dettagli fanno la differenza.

Le novità introdotte già si ripercuotono infatti all’interno delle organizzazioni ma come gestirne l’impatto non è assolutamente un elemento così scontato.

Innanzitutto c’è il fattore umano e dimensionale: non dimentichiamoci che circa il 90% delle imprese italiane ha meno di 20 lavoratori e che il ruolo di preposto in queste aziende è svolto, nella maggior parte dei casi, da personale di fiducia del datore di lavoro che spesso è anche l’imprenditore, proprietario della ditta. Il senso di responsabilità che già molti preposti ripongono quotidianamente sul proprio lavoro, è il fattore che determina la sopravvivenza, spesso il successo, di queste piccole imprese.

Dal oltre 20 anni osservo che amicizia e complicità sovente caratterizzano i rapporti umani fra il personale di queste piccole organizzazioni, elementi che costituiscono il legante che unisce migliaia di imprese impegnate ad affrontare febbrilmente ogni giornata lavorativa. Spesso il preposto è un punto di riferimento per le maestranze meno esperte ma è anche il compagno di lavoro con il quale il lavoratore passa la maggior parte del tempo, con il quale instaura un rapporto confidenziale che in un certo senso si contrappone al rispetto del ruolo gerarchico ed hai doveri di richiamo.

Foto case history

Il nuovo decreto, oggi più che mai, colloca il preposto come fulcro operativo della sicurezza sui luoghi di lavoro, egli è tenuto a prendere posizioni e decisioni “forti” nei confronti dei propri colleghi e dell’azienda a volte senza l’autorità formale necessaria e con il “fiato sul collo” dell’imprenditore.

 

Non è difficile immagine che le conseguenze di queste nuove disposizioni (…in caso di ogni condizione di pericolo rilevata… il preposto deve eventualmente interrompere temporaneamente l’attività…) potenzialmente possano portare il coinvolgimento del preposto nelle responsabilità di ogni tipologia di infortunio in azienda.

Se era pericoloso perché l’attività non è stata interrotta? Qualcuno potrà chiedere.

Datore di lavoro, dirigenti (ma quanti ce ne sono realmente individuati?) rimangono certamente responsabili e vigili, ma l’operatività live è sulle spalle del preposto.

Il datore di lavoro deve prendere consapevolezza di questi aspetti e deve avere la capacità di calarli sulla propria realtà, deve saper coniugare aspetti organizzativi e relazionali per non rischiare di destabilizzare il proprio team. Il preposto deve avere gli strumenti, formali ed operativi, per svolgere efficacemente il proprio ruolo. Deve aver la possibilità di essere ascoltato e di rendicontare le attività che svolge in tal senso, per ottenere credibilità verso la base dei lavoratori e verso il management.

Non solo, se vuole cercare di trarre un minimo vantaggio dalla norma e non soccombere sotto gli aspetti burocratici, il datore di lavoro potrebbe pensare di cogliere l’occasione per introdurre in azienda piccoli strumenti motivazionali che gioverebbero alla prevenzione ma anche alla produzione.

Pensiamo all’introduzione di qualche progetto semplificato per il miglioramento dei comportamenti dei lavoratori associato a sistemi premiali oppure all’introduzione di sistemi informativi utilizzabili dai lavoratori stessi per essere attori della prevenzione e non solo soggetti passivi, sorvegliati, vigilati, controllati e puniti!

  • Pensiamo a sistemi di segnalazione intelligenti delle non conformità ad esempio;
  • alla partecipazione attiva a campagne di rilevazione di eventi che li hanno visti coinvolti (quasi infortuni o incidenti ad esempio);
  • sistemi di consegna di dispositivi di protezione individuale rapidi che snelliscano la burocrazia del reparto e/o del cantiere, che ottimizzino e snelliscano il lavoro del preposto stesso.

Introdurre quindi sistemi di verifica e controllo trasparenti in modo da “spersonalizzare” il ruolo del preposto, rendendolo una funzione strategica del sistema di prevenzione in azienda e non un parafulmine.

 

Il ruolo del preposto va ricostruito dalle basi, va calato nelle organizzazioni con visione strategica e punto di riferimento per lavoratori e fornitori.

Infatti sono proprio loro, le ditte in appalto, spesso causa di gravi infortuni all’interno dei luoghi di lavoro. Va instaurato un nuovo dialogo fra preposti (ospitanti e ospiti), il tanto agognato e auspicato coordinamento richiamato da DUVRI e PSC. In un periodo dove i cantieri proliferano, le varie figure della sicurezza si trovano spesso a soccombere sotto il peso delle procedure di verifica degli appaltatori.

Ma come favorire il giusto livello di coordinamento tra queste figure?

Il preposto deve ricevere informazioni in anticipo rispetto al verificarsi degli eventi, quantomeno avere una visione in tempo reale della presenza di lavoratori e ditte in appalto all’interno dell’impresa, individuare chi può e chi non può accedere ai luoghi di lavoro prima che ciò accada.

La potenza è nulla senza controllo, cita un noto slogan, ma non c’è controllo senza strumenti idonei e una forte leadership!

 

Luca Causser

 


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