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HSE MANAGER 2030: UN RUOLO IN EVOLUZIONE

La sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche le persone e la governance.

Un bisogno di cambiamento sta avanzando e sta coinvolgendo moltissime aziende, a volte di grandi dimensioni ma non solo: parliamo di sviluppo sostenibile che in qualche modo sta già toccando gli uffici di HSE manager e RSPP nelle aziende e che li vedrà sempre più coinvolti nella rendicontazione dei parametri di sostenibilità aziendaleSostenibilità che non riguarda solo l’ambiente, ma anche aspetti sociali (persone) e di governance.

Sono veramente molte le incombenze ma anche le opportunità legate a questi aspetti. Un’impresa che guarda al futuro non può non tenere conto di una strategia di sostenibilità nei piani di sviluppo aziendali.

Il punto di partenza è sicuramente l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: con i suoi 17 punti l’ONU è andata a definire le priorità e gli interventi ritenuti “emergenza” da risolversi entro il 2030.

Quali punti coinvolgono direttamente un HSE manager?

Sono molti gli aspetti che possono coinvolgere tale figura in azienda. Il punto 3 sicuramente, parliamo di salute e benessere, ma anche lavoro dignitoso e crescita economica al punto 8innovazione e infrastrutture al punto 9, solo per citarne alcuni.

Le aziende lungimiranti stanno evolvendo il loro modo di presentarsi.

Pensiamo al bilancio di sostenibilità che sempre più si integra con quello civilistico, fino ad arrivare al report integrato, ossia quel documento da presentare agli investitori e ai propri stakeholder. Tali documenti dovranno avere al proprio interno non solo informazioni finanziarie, bensì dovranno rappresentare i piani di sviluppo sui 3 aspetti: ambientale, sociale, di governance.

Foto case history

Non più solo piani industriali bensì piani strategici di sviluppo sostenibile.

Non basta più focalizzarsi sul proprio target di riferimento e trovare un prodotto che soddisfi le esigenze di un consumatore evoluto. Oggi sono importanti e strategiche anche le materie prime utilizzate, il ciclo di vita e di smaltimento di quel prodotto, l’anidride carbonica prodotta, la sostenibilità lungo tutta la supply chain, non limitatamente alla propria azienda.

Tutto questo si traduce in parametri che vengono ampiamente trattati, ad esempio, dai GRI Standard, Global Reporting Initiative Standards, che sono una serie di parametri di rendicontazione della sostenibilità globalmente riconosciuti che regolano e aiutano aziende, istituzioni e soggetti di ogni genere nell’analisi delle misure dell’impatto ambientale che esercitano sul pianeta, in maniera univoca e uniforme.

Come già detto, l’impatto di un’azienda sul pianeta si misura non solo dal punto di vista strettamente ambientale, ma anche in misura degli aspetti sociali ed economici che coinvolge, e su quale scala. In questo modo è più facile per le organizzazioni, siano esse di piccole o grandi dimensioni, essere trasparenti nei confronti delle persone e del resto del mondo. L’obiettivo principale dei GRI Standard è quello di mantenere trasparenza sui rischi, ma anche sulle opportunità offerte dalle attività.

 

Esistono tre serie di standard tematici che coprono rispettivamente:

  • Economia (GRI 200)
  • Ambiente (GRI 300)
  • Sociale (GRI 400)

Di fatto questo GRI (403) tocca molti argomenti che già andiamo ad affrontare con il sistema di gestione per la salute e sicurezza (ISO 45001), nulla di nuovo in un certo senso ma rendicontato in modo diverso.

 

Tali dati in alcuni casi possono essere relativamente semplici da ricavare, in altri casi la procedura non è così semplice. Pensiamo ad aziende che hanno ancora un sistema di rendicontazione analogico: chi si occuperà della redazione ad esempio di un bilancio di sostenibilità (CSR manager incaricato/Direzione aziendale), potrebbe chiedere al RSPP o all’HSE manager, di fornire i numeri necessari per la rendicontazione.

Facciamo alcuni esempi concreti del tipo di informazione che potrebbe essere richiesta ad un HSE manager 2030.

 

Perché lo sviluppo sostenibile é sempre più strategico?

Oggi il valore di un’azienda si misura anche sui valori a cui abbiamo appena fatto riferimento. Non dimentichiamo, ad esempio, che le banche stesse stanno diventando sempre più sensibili al tema sostenibilità nella loro asset allocation e questo getta le basi per un ingente spostamento di capitali verso asset sostenibili.

Lo stesso sistema creditizio sta dando segnali chiari in questo senso: presto il rating bancario non si baserà più solo su dati quantitativi ma diventeranno sempre più importanti i dati qualitativi, che in un futuro breve si tradurranno in un vero e proprio RATING DI SOSTENIBLITÀ. Oggi, più che mai, è dunque utile misurare il grado di sostenibilità di un’impresa, analizzando i 3 fattori che caratterizzano l’ESG: Environmental, Social e Governance. Il miglior modo per farlo consiste proprio nel ricorrere alla misurazione del rating ESG un parametro che, se elevato, riflette alte prestazioni a livello di CSR (responsabilità sociale d’impresa) e aiuta ad incrementare il valore del brand.

Ulteriori compiti e responsabilità quindi per gli HSE MANAGER?

No, se sfruttiamo metodo e tecnologia, NORD PAS può supportarti e agevolarti in questa transizione senza che ciò comporti uno sforzo ulteriore nello svolgimento del tuo ruolo di Rspp, HS manager e/o consulente per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Un’opportunità di innovazione e crescita professionale

Possiamo intervenire dando un importante contributo lavorando sui processi: attraverso le piattaforme informatiche (come ad esempio Q-81 ® HSE WEB APP) possiamo riorganizzare i dati proprio come ci richiede il GRI, riorganizzandoli e strutturandoli in modo da agevolarne la raccolta e la consultazione trasversale, in tempo reale, da parte delle varie funzioni aziendali.

Insomma… Rspp e HSE Manager sempre più ruoli chiave nelle politiche aziendali di transizione sostenibile!


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