Gli Standard GRI sono gli indicatori che costituiscono il quadro di riferimento per la rendicontazione delle performance di sostenibilità.
Consentono a qualsiasi organizzazione – grande o piccola, privata o pubblica – di comprendere e rendicontare il proprio impatto sull’economia, sull’ambiente e sulle persone e di farlo in modo comparabile e accreditato.
Gli Standard sono sviluppati dal Global Reporting Initiative (GRI), un’organizzazione internazionale indipendente e vengono regolarmente rivisti e aggiornati dal Global Sustainability Standards Board (GSSB).
Questa attività di sviluppo e revisione stabilisce un nuovo programma di lavoro ogni tre anni, in modo da aiutare le organizzazioni a rispondere efficacemente alle richieste che emergono da parte degli stakeholder e delle autorità di regolamentazione.
Infatti, oltre che per le aziende, gli standard sono d’interesse per gli investitori, i responsabili politici, i mercati di capitali e la società civile.
COME SONO ORGANIZZATI
Gli indicatori sono concepiti come un insieme di moduli divisi in tre famiglie:
Nel 2021 il GRI ha lanciato i nuovi Universal Standard:
che vanno in aggiornamento del set di indicatori rilasciato nel 2016. Dal 1° gennaio 2023 la nuova versione è entrata in vigore sostituendo le precedenti.
Nei nuovi GRI la definizione di stakeholder diventa: “individuo o gruppo che ha un interesse sul quale le attività dell’azienda hanno o potrebbero avere un impatto”, proponendo una definizione più focalizzata sugli impatti (positivi o negativi) dell’azienda sugli stakeholder.
L’altra grande novità è il processo di identificazione dei temi materiali. Nei nuovi standard l’analisi di materialità deriva dal processo di due diligence, che mette al centro il concetto di impatto positivo o negativo, effettivo o potenziale dell’azienda. La stessa matrice di materialità non viene più citata nel GRI 3, mentre si danno indicazioni sul processo che porta a indentificare gli impatti e come dare loro priorità, in base alla gravità, la portata e la probabilità di accadimento dell’impatto stesso. In questo processo di identificazione dei temi materiali è fondamentale tenere in conto gli eventuali Standard di settore. I temi materiali non sono più scelti dall’organizzazione, ma il è il Sector Standard a fornire il perimetro dei temi entro i quali l’azienda può decidere cosa rendicontare. Sarà necessario giustificare sia il perché dei temi scelti, sia le motivazioni per cui non si possono rendicontare gli standard indicati.
I primi Sector Standard pubblicati sono quelli per il settore Oil & Gas (GRI 11); Coal (GRI 12); Agriculture, Aquaculture and Fishing (GRI 13). Complessivamente sono stati identificati 40 settori per i quali saranno sviluppati gli indicatori.
NOVITÀ NELLA DIRETTIVA UE
ll 5 gennaio 2023 il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Direttiva relativa alla Comunicazione Societaria sulla Sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSR), che sostituisce la precedente Dichiarazione di Carattere Non Finanziario (DNF).
Questo intervento allarga la platea degli attori coinvolti nell’attività di reporting, comprendendo anche le PMI.
Saranno obbligati a redigere il Bilancio di Sostenibilità:
L’estensione della raccolta dati all’intera catena di fornitura è sicuramente la novità più importante introdotta dalla normativa.
Per grandi imprese si intendono le società che alla data di chiusura dell’anno economico finanziario superano due dei seguenti tre requisiti:
Saranno escluse dalla rendicontazione le microimprese quotate e le sub-holding, a patto che la reportistica sia prodotta dalla controllata seguendo le regolamentazioni europee.
Per microimprese si intendono le società che non superano i limiti numerici di almeno due sei seguenti requisiti:
Il recepimento della direttiva sarà scaglionato a partire dal 2024. Nello specifico, le PMI in catena di fornitura dovranno applicare gli obblighi dal 1° gennaio 2025, con primo report nel 2026.
Allo scopo saranno stilati degli standard europei obbligatori per il reporting di sostenibilità, con la denominazione European sustainability reporting standards (ESRS). Questi saranno compatibili con i pattern di rendicontazione già in uso a livello internazionale, quali ad esempio:
Global Reporting Initiative (GRI), Sustainability Accounting Standards Board (SABS), International Integrated Reporting Council (IIRC).
Ci sarà quindi libertà di scelta nell’utilizzo degli standard. Tuttavia, va tenuto in considerazione che all’interno della catena di fornitura l’adeguamento alle esigenze dei clienti per l’utilizzo di standard condivisi sarà una necessità.
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